Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi

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Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi

Ampio oltre 1300 ettari il Parco custodisce uno straordinario patrimonio monumentale e paesaggistico a cui appartengono i resti dell’antica città di Akragas/Agrigentum ed un ampio territorio che, ricco di mandorli, distese di ulivi centenari, campi coltivati a grano, uva e agrumi, giunge fino alla vicina costa. Per la ricchezza e l’eccezionale bellezza dei suoi monumenti, nel 1997 l’Unesco ha dichiarato la Valle dei Templi “Patrimonio Mondiale dell’Umanità” e nel 2015 ha conferito al sito la DEVU (Dichiarazione di eccezionale valore universale), che premia le scelte di gestione in favore della fruizione e dell’accessibilità. L’antica colonia di Akragas, definita dal poeta greco Pindaro “la più bella città dei mortali” venne fondata da coloni provenienti in parte da Gela e in parte da Rodi intorno al 580 a.C. Essa sorgeva su un altipiano non lontano dal mare, protetto a nord dai rilievi della Rupe Atenea e del Colle di Girgenti e a sud dalla cosiddetta Collina dei Templi e circondato dai fiumi Akragas e Hypsas. Il suo porto (emporion) si trovava alla foce dei due fiumi, nell’odierna borgata marinara di San Leone. Fra la metà del VI e la fine del V secolo a.C. la città fu interessata da uno straordinario fervore edilizio, di cui sono testimoni la maggior parte delle vestigia oggi visibili e una poderosa cinta muraria lunga 12 chilometri e accessibile da 9 porte. A partire dalle tirannidi di Falaride e di Terone, fino ad arrivare al periodo democratico, dominato dalla figura del filosofo Empedocle, Akragas assunse le proporzioni di una grande città stato con più di 200.000 abitanti. Distrutta nel 406 a.C. a opera dei Cartaginesi, la città dovette attendere l’avvento di Timoleonte, sul finire del IV secolo a.C., per vivere un nuovo momento di prosperità. Durante le guerre puniche, fu un presidio dei Cartaginesi contro i Romani che la conquistarono definitivamente nel 210 a.C. In epoca romana, nella città ormai denominata Agrigentum furono costruiti nuovi edifici pubblici, fra cui almeno due tempietti, il teatro e il bouleuterion, nell’ambito di un assetto urbanistico monumentale che ha il suo fulcro nel poggio San Nicola, dove oggi sorge il Museo Archeologico. A questo periodo si ascrivono anche le case più opulente del vicino Quartiere Ellenistico Romano. La ricchezza degli abitanti di Agrigentum probabilmente dipese anche dall’attività di estrazione, raffinazione e commercio dello zolfo, documentata dalle iscrizioni. In età tardo antica e altomedievale, la collina dei Templi fu occupata da una vasta necropoli cristiana sia a cielo aperto che sotterranea. Durante la conquista musulmana delle popolazioni arabe, berbere, spagnole, egizie, sire e persiane, avvenuta fra l’829 e l’840 d.C., sembra che l’abitato si sia progressivamente ritirato sul colle di Girgenti (dall’arabo Gergent o Kerkent), dove in seguito si sarebbe sviluppata la città medievale e moderna. La Valle dei Templi, abitata in modo sporadico, fu destinata alle produzioni agricole e artigianali, come le officine ceramiche, documentate dalla presenza di alcune fornaci. Nel corso dei secoli i monumenti della città classica furono via via spoliati dei blocchi che vennero reimpiegati nella costruzione degli edifici di Girgenti e del molo antico di Porto Empedocle.

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